Concorso di progettazione in due gradi per la realizzazione del polo scolastico di Sassa a L’Aquila

Fissare un nuovo punto di riferimento; un segno che si riconosca nel contesto urbano indeciso, in bilico fra città, campagna, periferia industriale. Senza alcun carattere alieno. Con una riconoscibilità chiara, realistica e straniante  al tempo stesso.

Questi sono i presupposti del progetto che convergono sia nella risposta al carattere del territorio, sia nel tema in oggetto. L’edificio scolastico, ovvero il complesso scolastico in questo caso, è un tipico intervento dal carattere istituzionale, riconoscibile. E’ altresì uno spazio collettivo per l’infanzia, per i bambini impegnati lungamente nel tempo della formazione. E qui risiede il suo carattere ambivalente:  costruzione civile, rappresentativa ma  luogo  edificante e divertente al tempo stesso.  Per soddisfare queste premesse le scelte del masterplan si riferiscono a una duplice immagine analogica: da una parte i borghi antichi e gli insediamenti rurali e patrizi che caratterizzano il territorio dell’Italia centrale; dall’altra parte il riferimento del Giardino Murato, ovvero spazio aperto ma protetto, delimitato da un sistema architettonico edificato in cui la natura è organizzata a formare un ambiente sensoriale unico e coinvolgente. Si viene così a conformare un insediamento articolato in più edifici connessi e tutti affacciati su un giardino interno, delimitato a sud da un lungo muro controterra. Tutte le aule dispongono in questo modo di un affaccio sul giardino attrezzato (e sulla natura collinare di sfondo) e l’ottimale esposizione a sud. Il giardino è attrezzato in modo tale che ogni scuola possa disporre di spazi dedicati al gioco e le attività all’aperto. Un percorso unico e pedonale si snoda lungo tutto lo spazio e costituisce il filo conduttore di una esperienza ludica. Solamente le aule speciali e alcuni ambienti di servizio avranno un affaccio verso nord. Il giardino, fulcro spaziale dell’intero complesso, mantiene la quota bassa corrispondente all’attuale asse viario (via Duca degli Abruzzi) e in questo modo crea un’incisione nel declivio naturale del sito causando in automatico il salto di quota a sud che ne costituisce bordo di chiusura.

Consulente Ing. G. Terzini

collaboratori:

Francesca Calvelli, Federico Godino, Matej Paladin, Jacopo Ruga