“….Nella mia casa paterna, quand’ero ragazzina, a tavola, se io o i miei fratelli rovesciavamo il bicchiere sulla tovaglia, o lasciavamo cadere un coltello, la voce di mio padre tuonava: non fate malagrazie!
Se inzuppavamo il pane nella salsa, gridava: – Non leccate i piatti! Non fate sbrodeghezzi! Non fate potacci!
Sbrodeghezzi e potacci erano, per mio padre, anche i quadri moderni, che non poteva soffrire.
Diceva: – Voialtri non sapete stare a tavola! Non siete gente da portare nei loghi!
E diceva: – Voialtri che fate tanti sbrodeghezzi, se foste a una table d’hôte in Inghilterra, vi manderebbero subito via……”
                                                                         da Lessico Famigliare di Natalia Ginzburg

 

Nati anch’essi nei ritagli della vita familiare questi “sbrodeghezzi” su carta sono escursioni ed esperimenti del tutto autonomi e autoditattici nel mondo dei disegni. Mi è sempre piaciuto disegnare. Come architetto fatico a verificare la bontà di un progetto senza che questo non si sveli in un disegno.  La penna e la matita, strumenti semplici e senza mediazioni, erano per me imprescindibili. Poi, tempo fa,  qualcuno mi regalò una piccola scatola di acquerelli. Cominciai a testarne il comportamento, gli effetti. Poi provai altre tecniche:  tempera, inchiostro, acrilico …. Tutto sbrodolato sul foglio. Ora non so se sono le immagini e le forme a richiamare le tecniche e i colori oppure, al contrario, è questo confuso miscuglio di effetti e prove a suggerire qualcosa.

Giovanni Bassi

maggio 2017

grazie a Changing Lenses, Milano e Roberto Basile